Exodus 5 ai Giardini Pubblici di Cagliari


Sabato 25 e domenica 26 settembre 2021 ai Giardini Pubblici di Cagliari, si svolge l’ottava edizione della Festa della Ceramica, mostra mercato internazionale, organizzata dall’associazione Il Terzo Uomo.

Ventisette ceramisti professionisti, provenienti dalla Sardegna e dalla Francia, si incontrano nello splendido scenario dei Giardini Pubblici per esporre le loro creazioni realizzate con diverse tecniche e materiali ceramici: oggetti d’uso, d’arredamento, sculture, gioielli e ceramisti.

La particolarità di questa manifestazione è che in ogni stand sarà presente l’artigiano-ceramista, autore-realizzatore delle opere esposte.



Nei due giorni dell'evento dialogheranno con la collezione ceramica Ingrao, esposta nella Galleria Comunale, le opere realizzate in collaborazione con Lea Gramsdorff "Exodus.5, figure in terra cruda", Federico Carta “graffiti su vasi”, Bruno Meloni “figure giganti in tondino di ferro, con l’anima sonora in lamina di terracotta”, che cimentandosi nelle diverse fasi di lavorazione della ceramica: terra cruda, terra cotta, terra decorata, coniugano il fare con l’intervento artistico.




Sabato 25 settembre alle 19:00, nello spazio all’aperto antistante la Galleria, si terrà una tavola rotonda a cui interverranno: l’architetto Roberto Virdis, la storica dell’arte Concettina Ghisu, i ceramisti Robert Carzedda del laboratorio Terrapintada di Bitti e Lucio e Silvia Fanti del laboratorio LS Linearte di Serramanna. Si parlerà del rapporto di collaborazione creativa tra il mondo della Ceramica e quello dell’Architettura, di progetti di opere pubbliche nei centri della Sardegna, realizzati con elementi in materiale ceramico, prodotto da maestranze artigianali locali.

Debutto nazionale per l'Orestea di Sardegna Teatro

Dopo la residenza a maggio presso la Villa Manin di Passariano in provincia di Udine, e le prove aperte tenute in agosto al Santuario Nuragico di Santa Cristina a Paulilatino e al Parco Tanca Manna di Nuoro, debutta finalmente in prima nazionale al Teatro Massimo di Cagliari Orestea, co-produzione tra Sardegna Teatro e Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia.




Ecco le date:

1/2/3/4 settembre 2021 - Teatro Massimo - Cagliari

6/7/8 settembre 2021 - Teatro Eliseo - Nuoro

10/11 settembre 2021 - Teatro Massimo - Cagliari

6/7/8 ottobre 2021 - Theatro Technis "Karolos Koun" - Atene

12/13 novembre 2021 - Teatro Palamostre - Udine


(ph. Amélie Gratias)

orestea

ΟΡΈΣΤΕΙΑ 

di Eschilo

Ideazione, regia e drammaturgia: Valentino Mannias

con: Maria Grazia Sughi, Lea Gramsdorff, Fabiani Fantini, Giuseppe Palasciano, Marina Occhionero, Valentino Mannias

Aiuto regia: Ida Treggiari
Musiche originali e sound design: Luca Spanu
Collaborazione drammaturgica: Emilia Agnesa
Scenografo dell'immaginario: Tiziano Fario
Light designer: Loic François Hamelin
Fonico: Alessandro Pulloni
Costumi: Serena Trevisi Marceddu

Coproduzione: Sardegna Teatro e CSS Teatro Stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Con il sostegno di: Ambasciata Italiana di Atene progetto Tempo Forte, Fondazione di Sardegna e Between the Seas (Atene/New York)

Ringraziamenti speciali a Maurizio Schmidt, “Sòtziu Tenore Nugoresu”, Emanuele Garau. 



Residenza al Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia

Dialoghi / Διάλογοι 2021 
CSS - Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Villa Manin, Spazio Residenze
11 – 26 maggio 2021







L’Orestea di Eschilo è un classico che racconta la nascita della democrazia in Occidente e il rapporto che gli uomini e le donne hanno con l'oltrevita. 

Durante le due settimane a Dialoghi, l’attore e regista sardo Valentino Mannias, in una seconda fase di studio a Villa Manin, ha proseguito il suo percorso di ricerca attorno l'Orestea e assieme all’equipe in Residenza si è interrogato sul concetto di chorus, inteso come una comunità, un primo insieme di attori/spettatori dal quale nascono i personaggi della pièce e forse la funzione stessa del teatro.



Orestea
Valentino Mannias, regista
Maria Grazia Sughi, Lea Gramsdorff, Giuseppe Palasciano, Fabiano Fantini, Marina Occhionero, Valentino Mannias, attori
Luca Spanu, compositore delle musiche
Emilia Agnesa, consulente drammaturgica
Ida Treggiari, aiuto regista
Tiziano Fario, scenografo
Serena Trevisi Marceddu, costumista
produzione Sardegna Teatro





source: www.cssudine.it

"Fare dell’arte l’arte del fare" - l'intervista di Gianluca Floris (testo integrale)

Ecco il testo integrale dell'intervista a Lea Gramsdorff condotta da Gianluca Floris (cantante lirico, regista, autore e altro ancora) nell'ambito del suo programma Fare dell'arte l'arte del fare, per RadioX di Cagliari.

Quest'oggi abbiamo un'artista che è difficile da definire: un'attrice di cinema, attrice di teatro e anche una pittrice e un'artista visuale. Benvenuta a Fare dell'arte l'arte del fare, Lea Gramsdorff.

Ciao a tutti! Grazie per avermi invitato perché intanto devo dire che io RadioX l'ascolto sempre, tutti i giorni.

Siamo molto contenti di questo e quindi iniziamo subito questa nostra chiacchierata che sarà sicuramente feconda. Intanto parliamo del tuo percorso, da dove vieni, io so che tu nasci artisticamente col diploma di recitazione per il cinema al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che per chi non lo sapesse è il centro di alto perfezionamento, una specie di università per registi, per attori, tutti i mestieri del cinema, una grande scuola. Parlami di Lea che capita al Centro Sperimentale. Come mai?

Diciamo che - non so neanche dirti esattamente perché - sin da piccola avevo deciso che avrei fatto l'attrice, anche se più orientata verso il teatro all'epoca. Il mio migliore amico, con cui facevamo la stessa scuola a Milano, aveva la passione del cinema, voleva fare il regista, mi disse un bel giorno "perché non facciamo la selezione al Centro Sperimentale, così se entriamo entrambi ci divertiamo un sacco". Io non ero molto convinta di questa cosa del cinema, però tra vedere e non vedere feci l'esame d'ammissione, passai tutte le selezioni e fui ammessa.

Perché i corsi sono a numero chiuso, cioè non è che tutti possono frequentare il Centro Sperimentale.

No, ne prendono dodici ogni anno.

Per cui c’è una forte selezione. E quindi già eri un talento, eri brava.

(ride) Non lo so, non pensavo che il cinema fosse il mio, e invece poi a dire la verità quando ho iniziato a lavorare sul set ho scoperto che quella era la mia dimensione, la dimensione che mi

Fare dell’arte l’arte del fare - Lea Gramsdorff a RadioX


 «Ogni forma d’arte ha un bilanciamento diverso rispetto al fattore tecnico: la musica richiede una quantità di tecnica spropositata rispetto alla recitazione. Il mestiere dell’attore invece a un certo punto rende indispensabile il fatto che la tecnica sparisca completamente. Non c’è niente di peggio di vedere un attore che fa sfoggio di tecnica. Per arrivare a un certo grado di credibilità e naturalezza serve un grande lavoro di concetto, analisi e studio del personaggio. Si dice che l’attore è “sia il musicista che lo strumento”: quello che è importante imparare è far lavorare bene queste due entità e diventa fondamentale trovare la propria tecnica. E inventare la propria calligrafia, la propria grammatica, la propria sintassi. Una volta che trovi quello, il problema della tecnica non c’è più…»



"Fare dell’arte l’arte del fare": In compagnia di Gianluca Floris, con la regia di Pietro Medda, un ciclo di puntate dedicate al mondo delle arti, per capire dalla voce dei protagonisti cosa significa il mestiere dell’artista: l’ospite di questo appuntamento è l’attrice e pittrice Lea Gramsdorff. Con lei abbiamo parlato del mestiere dell’attore nel cinema e nel teatro e del percorso che l’ha portata ad esprimersi anche attraverso le arti visive.



source: www.radiox.it

FiloDiffusione - lezioni di teatro CeDAC

 FiloDiffusione - Le Drammaturghe

Costa, Fracassi, Gramsdorff

Dialoghi a distanza tra attrici e autrici con FiloDiffusione, il nuovo progetto del CeDAC per la divulgazione della cultura teatrale che prende il via - non casualmente - lunedì 8 marzo con la prima "puntata" del trittico dedicato alle drammaturghe contemporanee. Sotto i riflettori, tre interpreti raffinate e versatili quali Lella Costa, Federica Fracassi e Lea Karen Gramsdorff per tre viaggi attraverso la vita ma soprattutto le opere (rispettivamente) di Franca Valeri, Sarah Kane e Dacia Maraini.

Le conversazioni, coordinate da Irene Palladini (ricercatrice di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Cagliari) e dalla giovane laureata Francesca Melas, toccano diversi punti, dalle peculiarità della scrittura e del linguaggio all’urgenza e attualità dei temi trattati, dalla costruzione dei personaggi all’ambientazione, fino all’intreccio tra vita e arte.
L’idea di un approccio insolito e informale - pur nel rigore dello studio e della ricerca - sui capolavori della storia del teatro e sulla nuova drammaturgia italiana e mondiale nasce dalla necessità di rifondare la conoscenza e la frequentazione del teatro e delle arti performative alla luce di una estetica contemporanea.
FiloDiffusione offre agli spettatori più avvertiti e curiosi, e in particolare alle giovani generazioni, strumenti di approfondimento e visioni differenti sui vari aspetti di una mise en scène. Spazio ai grandi maestri e ai protagonisti del panorama nazionale e isolano, in una narrazione a più voci, quasi a comporre un “catalogo” ragionato, una “libreria” multimediale in cui trovano spazio celebri monologhi e dialoghi, pietre miliari della storia del teatro e testi originali.


A.D.Stanza - Antiche Dimore Storiche

Galleria Macca è lieta di presentare A.D.STANZA, una mostra che si inserisce nell’ambito della collaborazione con Casa Falconieri al progetto "Antiche Dimore Storiche".
La mostra si articola in quattro appuntamenti in cui diversi gruppi di artisti presentano lavori inediti prodotti nel 2020 durante il lockdown. Ad aprire il dialogo, il 29 ottobre, Gabriella Locci, Crisa e Alberto Marci; il 12 novembre è la volta di Veronica Paretta, Lea Gramsdorff, Nicolò Bruno e Irene Balia; seguono Marco Ceraglia, Pietro Desirò e Giovanna Secchi dal 24 novembre; infine Giulia Casula, Simone Dulcis e Irene Podgornik Badia dal 3 dicembre.



La misura di certe distanze è data dai silenzi percorsi, gli stessi che sembrano custodire le opere di Gabriella Locci, Crisa e Alberto Marci.
Nati dal forzato confinamento del lockdown i lavori dei tre artisti sembrano capitoli di una narrazione comune che mostra, sotto differenti luci e prospettive, una reazione alla straordinarietà della condizione vissuta. 
Solitudini collettive che Gabriella Locci affronta come mistica ascesi, sofferta condizione che libera il pensiero e lo innalza oltre la corporeità e le limitazioni fisiche. I suoi piedi scalzi sono una summa pauperistica che universalizza la condizione umana. 
Crisa si inabissa nei labirinti dell'urbanità contemporanea, città di un futuro distopico dove il