A.D.Stanza - Antiche Dimore Storiche

Galleria Macca è lieta di presentare A.D.STANZA, una mostra che si inserisce nell’ambito della collaborazione con Casa Falconieri al progetto "Antiche Dimore Storiche".
La mostra si articola in quattro appuntamenti in cui diversi gruppi di artisti presentano lavori inediti prodotti nel 2020 durante il lockdown. Ad aprire il dialogo, il 29 ottobre, Gabriella Locci, Crisa e Alberto Marci; il 12 novembre è la volta di Veronica Paretta, Lea Gramsdorff, Nicolò Bruno e Irene Balia; seguono Marco Ceraglia, Pietro Desirò e Giovanna Secchi dal 24 novembre; infine Giulia Casula, Simone Dulcis e Irene Podgornik Badia dal 3 dicembre.



La misura di certe distanze è data dai silenzi percorsi, gli stessi che sembrano custodire le opere di Gabriella Locci, Crisa e Alberto Marci.
Nati dal forzato confinamento del lockdown i lavori dei tre artisti sembrano capitoli di una narrazione comune che mostra, sotto differenti luci e prospettive, una reazione alla straordinarietà della condizione vissuta. 
Solitudini collettive che Gabriella Locci affronta come mistica ascesi, sofferta condizione che libera il pensiero e lo innalza oltre la corporeità e le limitazioni fisiche. I suoi piedi scalzi sono una summa pauperistica che universalizza la condizione umana. 
Crisa si inabissa nei labirinti dell'urbanità contemporanea, città di un futuro distopico dove il silenzio è metafisica e l'uomo non trova più consolazione se non guardando al cielo mentre sente incombente il suo disfacimento.
I lavori lunari di Alberto Marci si abbandonano alla contemplazione, la natura prosegue nei suoi cicli immutati indisturbata, forse più felice, questa è la sensazione; perché per un attimo ha perso il peso e il chiasso di un'umanità infestante.
I dialoghi si fanno serrati tra gli still life di Marco Ceraglia, che traduce la luce in suono sulle superfici smaltate delle bottiglie mosse dal gesto e le piccole incisioni di Pietro Desirò appena uscite da un taccuino di un seguace di Dürer; le uova di Giovanna Secchi custodiscono mondi autorigeneranti.
La pittura è tutta nelle dense e corpose pennellate di Veronica Paretta che circoscrive col segno il suo spazio vitale, le carte geografiche di Lea Gramsdorff profumano d’infanzia, di mondi perduti, ma rivelano anche ossessioni contemporanee; Nicolò Bruno sa essere intimo ed erotico come le anime che quando s’incontrano chiudono il mondo fuori; Irene Balia converte l’immagine in simboli intrecciati da relazioni e paradossi.
Con l’autoscatto Giulia Casula ci conduce dentro la straordinaria capacità che le artiste hanno sempre avuto nel riuscire a rappresentare la relazione tra corpo, ambiente, comunicazione. Simone Dulcis inabissa il suo pensiero dentro la carnalità dell’Informale mentre Irene Podgornik Badia sembra tessere le sue incisioni col gesto lento della ritualità appresa con il continuo esercizio.

[Efisio Carbone]

 
I palazzi storici che utilizziamo sono importanti luoghi di cultura, ubicati nel cuore di Castello o in zone periferiche, appartenenti - o appartenuti - a famiglie nobili della città di Cagliari. Essi raccontano la storia e le vicende della città e dell’Isola, sono quindi preziosi contenitori di memorie. Alla Galleria Macca, sita nel Palazzo Amat di San Filippo, che ha già una sua destinazione artistica, si apre un dialogo arte/spazio, con le opere d’arte che gli artisti invitati hanno realizzato nel 2020, durante il lungo e difficile periodo di lockdown. Questa mostra, sarà il motivo per un’articolata discussione sul significato dell’utilizzo di Spazi Storici in ambito Contemporaneo. 

[Casa Falconieri]


BIO
Lea Gramsdorff (vive e lavora a Cagliari). Attrice, pittrice e regista di origini tedesche, è diplomata presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ha lavorato come attrice in numerose produzioni cinematografiche, televisive e di teatro e dal 2014 è autrice e regista teatrale. Dal 2005 ha esposto a Cagliari in spazi pubblici e privati, come lo Spazio P e lo Spazio (In)Visibile, e recentemente a Berlino e Tel Aviv. Nel 2019 al Museo Diocesano Arborense di Oristano e nel 2020 presso il MACC di Calasetta, ha presentato due progetti installativi in Duo con l’artista Simone Dulcis. Nel 2020 è artista in residenza presso il Ghetto di Cagliari, nel progetto "a place for art". Lea Gramsdorff si sofferma sul rapporto tra individuo e collettività, partendo dalla suggestione del quotidiano per raccontare il nostro tempo e il nostro rapporto con la memoria. Nell’utilizzo della carta come materiale prediletto, l’artista trova il supporto ideale per la sua ricerca: carte nautiche, pagine di libri, ritagli di opere d’archivio e documenti diventano parte integrante dei suoi progetti. Nel suo lavoro, ricco di spunti letterari, si riconosce l'influenza di cinema e teatro nella costruzione di "un'inquadratura" che collochi la figura in uno spazio pittorico o grafico per diventare racconto, mentre sui piani differenziati delle sue opere appaiono delicati simboli, che compongono il suo alfabeto espressivo fatto di oggetti e ricordi.





source: https://www.galleriamacca.com/eng/articles/exhibitions/2020/adstanza__231.html