Anteprima di 'Medea. Storia di un divorzio'

Quello che si svolge nell'arco di una giornata a Corinto è nulla più che un tradimento, una faccenda di letto. Un divorzio. Tra rigurgiti di rabbia, rinfacci, patteggiamenti e vendette, false promesse e ricatti, i figli sono testimoni muti e attoniti, ridotti ad ostaggi e merce di scambio. 
I primi venti minuti di “Medea - storia di un divorzio”, in attesa della realizzazione della messa in scena completa, sono tratti dalla tragedia di Euripide. La messa in scena punta a dare rilievo alla contemporaneità e alla drammatica universalità di questo grandissimo classico. Mentre il testo tende a restare il più fedele possibile all’originale, l’ambientazione da un cortile di Corinto si sposta all’interno di un salotto borghese di una città di provincia, nel quale si svolge l’intero dramma della straniera tradita e poi mandata in esilio per non creare "imbarazzo" alle famiglie. 
Il coro, interpretato da 10 giovani attori, rappresenta ancora la voce della coscienza collettiva e dell’opinione pubblica, mentre una tessitura di musiche e suoni accompagna lo spettatore nello smarrimento psicologico che avvolge la protagonista.




sabato 3 ottobre - ore 17 
Area Rollone (Parco di Molentargius) - Cagliari

Performance Personaggi Mediterranei  
Medea. Storia di un divorzio 
di Lea Karen Gramsdorff  

Medea: Lea Karen Gramsdorff 
Creonte / Giasone: Simeone Latini
Coro: Marzia Faedda, Vala Farci, Maria Giardina, Alberto Marcello, Michele Muscas, Nadia Murgia, Caterina Pili, Giacomo Tocco
Progetto scenico e sonoro: Simone Dulcis



"Se fossi qui (Lettere d'amore dai porti di mare)"







(ph D. Fadda)



Allo Spazio (in)visibile di Cagliari le seducenti carte e visioni di Lea Gramsdorff


http://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2015/09/12/se_fossi_qui_lettere_d_amore_dai_porti_di_mare_la_mostra_di_lea_g-8-434556.html



L'amore viaggia per mare: storie sotto il cielo stellato
Allo Spazio (in)visibile di Cagliari le seducenti carte e visioni di Lea Gramsdorff


(Caterina Pinna, L’Unione Sarda, 13/09/2015)


È un dono raro, speciale. Un mazzo di carte nautiche zeppe di racconti di orizzonti marini esplorati o promessi, di navigazioni verso porti sconosciuti, di incontri e addii. E ancora di calcoli e appunti a correzione di rotte. Di venti, di abissi. Narrazioni seducenti come solo le storie di mare sanno essere, che palpitano ancora sotto il velo leggero di nuovi, enigmatici itinerari, tracciati, questi, dal respiro della nostra anima. "Se fossi qui. Lettere d'amore da porti di mare" è l'intima, emozionante visione di viaggio di Lea Gramsdorff. Entrando nel cuore vissuto delle carte nautiche, necessari strumenti per tutte le latitudini, dai Mari del Nord al Golfo del Messico, ai fondali profondi della Florida, l'artista ne ha raccolto le infinite storie, le ha salvate, per restituirle ora a una seconda vita; come lettere d'amore, appunto. Sono rotte segrete, sognate, sperate, che ognuno può tracciare scrutando le mappe inondate di colori, scritture misteriose, quattro piccole lettere che fanno da punti cardinali, carte da venerdì in mostra allo Spazio (in)visibile, alla Marina, a Cagliari.

Viaggi interiori iniziati anni fa. «Una genesi lunga e travagliata - racconta la Gramsdorff -, le tracce così forti del loro vissuto rendevano difficile qualsiasi accesso». Sono infatti carte che hanno navigato per lunghi anni sull'Esprit, e già il nome è un destino, una nave che ha solcato i mari di

"Se fossi qui" - presentazione di Efisio Carbone




"Se fossi qui", ipotesi ambigua di compresenza che ci raccoglie, protagonisti in prima persona, per calarci, con tutto il nostro bagaglio affettivo, su mappe che tracciano percorsi dell'anima.
Di grande formato, aperte e distese, piegate a sottolineare solo una porzione della superficie, queste carte nautiche mostrano il loro vissuto.
Hanno navigato per lunghi anni su "Esprit" una nave che ha solcato i mari di mezzo mondo, come le carte stesse testimoniano, prima di essere acquisita dalla Grendi per poi concludere lo scopo della sua esistenza dopo diversi anni di servizio. Appunti e calcoli di molti uomini di mare sono stati cancellati e riscritti tra orizzonti infiniti d'acqua e porti sicuri su cui approdare.
Lea Gramsdorff sembra raccogliere sulle sue mani queste stratificazioni di pensieri mentre con scrittura automatica appunta sulle carte parole in diverse lingue, spesso incomprensibili, su cui, come un leitmotiv, si riconosce la frase "se fossi qui".

Il colore invade le carte a sottolineare un movimento personale e collettivo insieme, come già avemmo avuto modo di vedere nella straordinaria serie di "Exodus", un racconto corale storico, che ora cede il passo a una visione epica. Lo stesso Calvino afferma che "La carta geografica,

Frammenti di "Se fossi qui (Lettere d'amore dai porti di mare)"



 




"Se fossi qui" - nuova personale di Lea Gramsdorff

Se fossi qui (Lettere d'amore dai porti di mare)  
opere di Lea Gramsdorff   


dall'11 al 26 settembre  
spazio in)visibile, via Barcellona 75, Cagliari

presentazione di Efisio Carbone

Un'isola di musica 2015: Lea Gramsdorff legge Brahms

(ph E. Milia)


Il Coro del Teatro Lirico, diretto da Gaetano Mastroiaco, chiude, al Teatro Civico di Castello, la rassegna “Un’Isola di Musica 2015”.
Martedì 11 e mercoledì 12 agosto alle 21, al Teatro Civico di Castello (in via Mario de Candia a Cagliari) si conclude, con il sesto appuntamento, l’attività musicale, nell’ambito della rassegna “Un’Isola di Musica 2015” del Teatro Lirico di Cagliari, con il Coro del Teatro Lirico di Cagliari, diretto da Gaetano Mastroiaco, che si esibisce, con l’accompagnamento al pianoforte di Francesca Pittau e Alessandro Dalmonte, in un concerto interamente dedicato a Johannes Brahms (Amburgo, 1833 - Vienna, 1897), di cui vengono eseguite due fra le pagine corali più affascinanti e raffinate del grandissimo autore del secondo Ottocento tedesco.



Le due serate sono impreziosite dalla partecipazione straordinaria dell’attrice Lea Karen Gramsdorff che leggerà alcuni dei testi musicati da Brahms, tratti da Polydora di Georg Friedrich Daumer e dalla poesia popolare ungherese.



Il programma musicale prevede quindi: Liebeslieder, 18 Walzer op. 52; Zigeunerlieder op. 103.




"Appunti da 70 Solitudini e un Coro" a Pula




La pittura trasforma lo spazio in tempo, 
la musica il tempo in spazio. 
(Hugo von Hofmannsthal)  


“Settanta solitudini e un coro”, opera realizzata a "quattro mani" da Simone Dulcis e Lea Gramsdorff, sviluppa l'intreccio secolare tra arte visiva e musica in un suggestivo viaggio da vedere, ascoltare, ma soprattutto sentire col cuore.
Il progetto, già presentato a Cagliari allo Spazio (In)visibile, si arricchisce e si rinnova nell'allestimento e nelle opere per un risultato del tutto nuovo. Per quest'occasione vengono presentati quarantuno* piccoli dipinti ispirati ad altrettanti brani musicali raccolti come un bouquet dal giardino sterminato della musica classica con una particolare attenzione per il '900: Mozart, Beethoven, i romantici, Mendelssohn, Schubert, Chopin, fino agli autori contemporanei quali Schoenberg, Shostakovich, Stravinsky, Boulez, Webern.
Una nuova serie di opere potenzia l'equilibrio tra i luoghi dell'io di Dulcis e la carica simbolica dei segni di Gramsdorff, sintesi scaturita da un lavoro costante di ricerca, di confronto, di rispetto. Prima e ultima condizione dell'essere umano, la solitudine mette a nudo l'Io sull'orlo di un abisso felice e terribile ad un tempo. Ma è anche una condizione essenziale per l'artista: "Senza una grande solitudine nessun serio lavoro è possibile." (Picasso) 

Nell'impianto informale di Simone Dulcis, che potremmo ben definire tonale, esistono piccole figure isolate accompagnate, in alcuni casi, da archetipi del quotidiano, individui cesellati in punta di pennello da Lea Gramsdorff che costruisce linee melodiche per queste minute composizioni.
Le grandi cornici, sproporzionate, amplificano l'effetto surreale dei frammenti che comunicano col mondo; a volte sembrano quasi stritolate da una gravità diversa, come se le leggi della fisica, tra il dentro e il fuori, fossero differenti. A noi non resta che spiare, come giganti curiosi, attraverso questi stretti spazi, porzioni vastissime di territori spirituali. Ci vengono in mente i Piccoli Pezzi per pianoforte op.19 di Schoenberg, poche battute per costruire nuovi universi. Ma anche, portando la mente a ritroso nel tempo, le ispirate opere di Caravaggio dove la presenza di una partitura reale accompagnava col suono i capolavori immortali sacri e profani. Il XX secolo apre trionfante la strada alla fusione delle arti che si incontrano nell'astrazione tonale, nella rivoluzione estetica delle avanguardie: "Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita." (Kandinsky)

L'opera di Simone e Lea, una "promenade" in 41 stazioni dedicate alle solitudini dell'uomo, svela l'arcano dell'ultima tela: una sala da concerto che attende i 41 protagonisti delle opere precedenti. I coristi, presentati come esseri solitari nell'eremo del loro spirito, stavano preparandosi all'esibizione nella concentrazione di uno spazio isolato, dentro un tempo collettivo, simultaneamente. Il suono di un applauso fa riaffiorare il sorriso sul nostro volto, riprenderemo a meditare sulle numerose metafore di questi straordinari lavori, ma ora godiamoci il concerto.

Efisio Carbone

* il numero finale delle opere esposte potrebbe variare per esigenze tecniche di allestimento.




Dolce Grammofon al Festival La Notte dei Poeti

Le miniature di Lea Gramsdorff e Simone Dulcis torneranno nel corso del Festival La Notte dei Poeti, giunto alla XXXIII edizione.

L'esposizione "Appunti da 70 Solitudini e un Coro", incontro tra arti visive e musica classica, sarà ospitato nell'ex Municipio di Pula a partire dal 22 luglio.





70 Solitudini e un Coro - photoreportage


Un reportage fotografico della mostra
a cura di Roberta Cau








(ph R. Cau)


70 Solitudini e un Coro - miniature di Lea Gramsdorff e Simone Dulcis





70 SOLITUDINI e UN CORO

miniature di Lea Gramsdorff e Simone Dulcis 
presentazione di Efisio Carbone 
progetto Dolce Gramofon


Beethoven - Sonata per cello e pianoforte n. 2 - Op. 5
cm 6,5 x cm 9,5

La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio.
(Hugo Von Hofmannsthal)


Settanta solitudini e un coro, opera realizzata a "quattro mani" da Simone Dulcis e Lea Gramsdorff, sviluppa l'intreccio secolare tra arte visiva e musica in un suggestivo viaggio da vedere, ascoltare, ma soprattutto sentire col cuore.
Il progetto, che verrà presentato a Berlino tra breve tempo, viene mostrato in anteprima, e per soli quattro giorni, allo Spazio (In)visibile. Il lavoro è in progress e prevede l'inserimento di nuove opere o una selezione di esse per arricchire e variare costantemente il risultato.

Lea Gramsdorff legge van Gogh



In occasione del finissage della mostra "S'insinua frammento" di Simone Dulcis
si terrà il reading "Vincent tra le stelle - omaggio a Vincent van Gogh",
con Lea Karen Gramsdorff e Andrea Meloni,
che leggeranno brani tratti dalla raccolta "Lettere a Theo".


sabato 7 febbraio 2015 - h 20:00
spazio in(visibile
via Barcellona, 75
Cagliari


"S'insinua frammento"

opere di Simone Dulcis

Affiorano lievi, i particolari narrativi, nelle opere novelle di Simone Dulcis. Sagome di dei e di destrieri, e ponti impraticabili addossati alle montagne e foreste di alberi sottili quasi trasparenti. Racconta di un viaggio, questa sequenza di tele dipinte senza pennello, di un cammino che parte dalla terra e volge lo sguardo in alto, verso un cosmo sbiancato e brunito sull’azzurro che lo circonda. Anche le costellazioni, coi loro nomi legati al mito, hanno colori di acqua e di fango. La loro luce è tutta nelle cornici dorate che proteggono il loro splendore. “S’insinua frammento”, nei quadri di un artista che traccia linee di cattedrali e castelli su un fondo di bitume scavato dai diluenti e ferma il procedimento della corrosione nel momento esatto in cui la forma è perfetta. Un cespuglio di canne, a simboleggiare un bosco che riporta alla mente la selva selvaggia ed aspra e forte e una distesa di foglie secche sul pavimento, in una mostra che alla ricerca del sublime contrappone la precarietà dell’esistere.
(a cura di Alessandra Menesini)