"Gli artigiani della lettura". Lea e L'Isola delle Storie

L’attesa sta per finire. L’Isola delle Storie riapre il sipario ai suoi ospiti e alle sue trame.
Il racconto e le suggestioni di chi, quelle storie, le racconta AD ALTA VOCE


Manca pochissimo all’inizio di uno dei festival letterari più attesi in Italia. L’Isola delle Storie riaccende i motori con l’edizione numero 14. Ma quando si parla del festival di Gavoi, quando si tenta di restituire in scrittura tutta la bellezza di un festival letterario di questa portata, non si parla, quasi mai, di chi a quei libri presta la propria voce. 

Tutto ha inizio all’alba delle nostre vite con un “C’era una volta…” di qualcuno che sta seduto a fianco del tuo letto e prova a farti addormentare. Chi ha un libro in mano, chi invece ha la fantasia per inventarsela quella fiaba. L’oralità di un racconto attraverso la voce di un libro. Si inizia così ad abitare mondi, a emozionarsi. E sono le emozioni a influenzare i processi cognitivi. 

Leggere, leggere e quando è possibile ad alta voce. Lo sapevano bene Charles Dickens e Mark Twain che amavano leggere i propri libri in pubblico. Mark Twain in particolare dava moltissima importanza alla cadenza e al ritmo delle parole calibrandone con cura le pause. Restituire alla parola scritta la propria voce e quando dietro a quel libro si trova un attore ecco che a quelle pagine si da un corpo, anzi, dei corpi e delle voci. 

Il successo di alcune trasmissioni radiofoniche come “Ad alta voce - I classici della letteratura letti da grandi attori” su Rai Radio 3, la crescita continua in termini di vendite di audiolibri, testimoniano come esistano modi alternativi alla fruizione della letteratura. 

Dietro a quel microfono si agitano mani, si modula la voce, si cambiano tempi e registri e, non di rado, si accompagnano a brani musicali che ne fanno da colonna sonora. 

Attori come artigiani della lettura. Uno dei modi migliori per goderseli dal vivo sono i festival letterari come L’Isola delle Storie in Sardegna. 

Ad alcuni di loro, protagonisti negli ultimi anni di emozionanti reading della kermesse di Gavoi, abbiamo chiesto di raccontarci questa esperienza “ad alta voce”. 

LEA GRAMSDORFF



Leggere per qualcuno non è un atto banale. Ha a che fare con quel piccolo rituale prima della buonanotte: "mi leggi di nuovo quella storia ...". È un regalo, è personale, intimo. Uno dei regali d’amore, di tempo (e di pazienza) più importanti che si possano ricevere o dare, credo…
Leggere con passione e impegno PER qualcuno significa: aprire una porta magica, indicare una possibilità, srotolare un tappeto colorato….. far venir voglia di imparare a leggere o di leggere, o di leggere una cosa nuova se leggere si sa già. Leggere è facile, leggere è difficile. Dipende dalle persone, dipende dai momenti.
Leggere AD ALTA VOCE per qualcuno non è un atto banale. Ha a che fare con la liturgia. Leggere per qualcuno ad alta voce non è un atto banale, al contrario è un’assunzione di responsabilità: dopotutto, chiunque si prenda il disturbo di "andare ad ascoltare qualcuno che legge qualcosa" si aspetta che quel qualcuno compia meglio o diversamente quell’atto di leggere che potrebbe fare da solo, in fondo si aspetta di volare...
Quindi, se ti incarichi di leggere qualcosa per qualcuno devi:
1. Garantire un decollo.
2. Badare a mantenere la quota.
3. Cercare di gestire le turbolenze.
4. Assicurare un atterraggio morbido ai tuoi passeggeri.
Sono i momenti in cui testi la tua professione. Leggere all’Isola delle Storie non è semplicissimo: l’aeroporto è molto piccolo ma decisamente pieno di viaggiatori. Non è un aeroplanino di carta o un charter di pagine, ma un Boeing 787 di parole. Pensavi ad una chiesetta di campagna; e invece è una cattedrale a cielo aperto.
È un bacio della buonanotte ad una famiglia immensa.