Takeaway

How much art can you take away?

IN/VISIBILE partecipa alla 6° giornata dell'arte contemporanea,
organizzata dall'associazione AMACI, con l'installazione

TAKEAWAY

di
Ermenegildo Atzori
Simone Dulcis
Lea Gramsdorff
Marilena Pitturru

Vernissage: sabato 9 ottobre 2010 ore 19:30

Apertura dal 9 al 30 ottobre 2010
ogni giovedì, venerdì e sabato dalle ore 19 alle ore 21

IN/VISIBILE
Via Barcellona 75
Cagliari


(testo di Maurizio Memoli)

La macelleria è un luogo ancestrale. È lo spazio dove la nostra memoria ritrova l’istinto della caccia, del dominio, della violenza, del sangue, del sacrificio. Ma è anche lo spazio asettico delle nostre compere quotidiane, il luogo che ci consente di non essere cacciatori, dominatori, violenti, sanguinari, sacrificanti. Perché nella macelleria sappiamo di poter essere solo acquirenti attenti o
compratori dissennati, intenditori veri o appassionati finti, clienti abituali o avventori take away.
La macelleria è la metafora cui attinge la provoc-azione di Ermenegildo Atzori, Simone Dulcis, Lea Karen Gramsdorff, Marilena Pitturru che ci offrono i loro “pezzi”  proprio nella crudezza che si userebbe in una bottega. La carne dell’artista si “sfascia” in tanti piccoli pezzi, piccole parti di corpi, piccole o grandi opere, tagli in esposizione da scegliere e portare via, senza tempo da perdere, senza parole da aggiungere, approfittando della svendita, del vantaggio di un “pezzo” che si fa “prezzo”.
Ma di che sostanza è fatta l’arte? È corpo? È concetto? È gesto? È possibile concepire un quadro come faremmo con un filetto? Apparentemente sì, e la provoc-azione si fa doppia. Nel consumismo in cui siamo avvitati, anche l’arte è sempre più mercanzia: da scegliere come in un negozio, esposta al miglior offerente o al miglior acquirente, al cliente affezionato, da affidare solo a chi se la può permettere, non a tutti, non a molti dunque.
E ogni provoc-azione ha un costo. In questo caso un prezzo standardizzato, fissato come in una svendita: euro 39,99 per ogni opera, oppure un tot al chilo o al metro, un prezzo-attrazione, comunque, che richiami i nostri comportamenti di compratori compulsivi. La mostra adotta questo meccanismo per svelarne le contraddizioni, per esplicitare il fatto che l’arte è tenuta a segnare le debolezze della nostra vita. È la macelleria dell’arte.