Elegia - Omaggio alla memoria della città di Cagliari
Installazione di Lea Gramsdorff e Simone Dulcis
a cura di Efisio Carbone
dal 22 settembre al 28 ottobre 2018
- rassegna "Monumenti & Stelle" -
Elegia, componimento doloroso che scioglie in versi il pianto per consegnarlo a un'umana coralità. Elegia è un violoncello che fa vibrare le sue corde più gravi nel canto di Fauré. Nello sguardo atterrito del satiro di Piero di Cosimo che piange la ninfa mentre tutta la natura partecipa simbolicamente al suo dolore. Nelle grandi arcate del basso che accompagna un tema struggente di Rachmaninoff.
Elegia è un'unica opera in dieci istallazioni che Simone Dulcis e Lea Gramsdorff dedicano alla Cripta di Santa Restituta, spazio sacro, luogo di fede, di vita, di morte, di storia, chiuso, impolverato, insalubre sotterraneo di pietra scavata e scolpita in altari su cui mani giunte pregarono disperatamente in quel lontano '43 quando, storditi dal roboante suono delle bombe, donne, bambini e uomini smarrirono i sorrisi della quotidianità.
Simone Dulcis e Lea Gramsdorff che hanno scoperto nel lavoro a quattro mani un momento di riflessione comune risolto, in pittura, in forme complementari armonico-melodiche, realizzano un numero di stazioni creando un percorso preciso, un viaggio nel profondo, un canto orfico, una discesa, che è anche fisica, verso luoghi della memoria dove raccogliersi per ritrovare se stessi.
Il colore blu ci guida come un filo di Arianna all'interno della cripta: blu profondo, lapislazzuli come nel cielo di Michelangelo che trema di fronte al Giudizio nella fioca luce di flebili candele. È il blu regale di Cristo, unico colore, insieme all'ormai cancellato rosso, dipinto sulla più antica e mutila statua presente in situ, forse dio pagano adeguato ai tempi non più suoi.
Fede, ecco il titolo della prima stazione-istallazione: ci vuole fede per credere che ci possa essere un futuro per l'uomo davanti a tanta distruzione; fede come rifugio, protezione, salvezza. Al suono delle sirene tutto si ferma, anche il gesto più banale diventa prezioso se abbandonato per costrizione; addio al cielo, si scende. Un muro para schegge, diaframma tra la vita e la morte, resta ferito da frammenti blu.
È il momento della preghiera, dell'attesa: Un tempo infinito, la seconda istallazione consiste in un gigantesco rosario che abbraccia tutti, scandisce le voci, muove verso un tempo sospeso, si allunga a dismisura per colmare l'attesa in un sospiro dell'umanità verso il cielo (Von Balthasar). Ma dove la coralità è più avvertibile nel suo essere di carne e di devozione, una serie infinita di ex-voto si concentra in ordine casuale a raccontare il bisogno di Rendere Grazie: siamo davanti alla colonna nera di Santa Restituta.
Sotto la scala, dalla parte opposta, un ambiente semi-nascosto conserva un piccolo idillio che incornicia uno squarcio sulla volta celeste. È il blu cielo, di cui mai si stancava van Gogh, attraversato da nuvole luminose e brezza lieve. Il cielo prima del terrore, il Cielo di ieri. Il Male è lontano nel futuro che immaginava un giovane innamorato a quei tempi, come la diciottenne Renata, quando scriveva al suo Salvatore (Fancello) descrivendogli un Eden dove finalmente amarsi in una eterna convivenza pacifica e panica tra natura e umanità. Lui lo dipingeva. Poi morì senza più rivederla; questa è la guerra.
La grande istallazione Nontiscordardime raccoglie e custodisce le anime dei novantasei (forse più) che morirono colpiti da una bomba alle porte della Cripta trasformata in rifugio. I colori dei viola e degli azzurri, come dei gialli accesi, sono prati fioriti di grandi pennellate trasparenti e vitree, lagrimatoi che accolgono invocazioni pietose, ma, soprattutto, conservano e custodiscono.
Monumento alle lacrime si presenta come fulcro del percorso: una tela colossale, di oltre sette metri, dalla forza pittorica straordinaria, un ponte tra terreno e spirituale, massima ispirazione dei due artisti che sembrano tenersi le mani in volo, come dentro un quadro di Chagall, mentre sotto ogni cosa scorre trascinata da quelle leggi di gravità su cui loro son riusciti a trionfare. Risulta davvero incredibile una tale sintesi poetica concessa da entrambi generosamente a un progetto comune. Sotto l'altare maggiore nel "sancta sanctorum" una pila di libri è Architettura, ossia dottrina della Chiesa, storia del culto, ma anche sapere umano costantemente minacciato dall'oblio; colonna d'acqua che si contrappone ai roghi dei totalitarismi contro la Cultura, unico scudo alle barbarie propagandate in ogni epoca. Lungo il corridoio blu, uno spazio di transito è dedicato alla Consolazione, istallazione ambientale e immersiva che ci conduce verso gli spazi più raccolti del luogo; una piccola rampa segna la vicinanza della strada, a pochi passi la città, le grida dei bambini felici; speranza e vita intagliano il piccolo cavallino che attende il momento del gioco. Nell'ultimo ambiente, infine, si consumano gli Abbracci, quando tutto è perduto ogni cosa è possibile, anche accendere stelle nella notte più buia.
Lunghi, lunghissimi abbracci attraversano il tempo per dire mai più.
Per la realizzazione di Elegia si ringraziano:
Chicca Besson, Anna Maria Frelini, Susanna Frelini, Ille Gramsdorff, Luca Iiriti, Francesco Lai, Loredana Leone, Thomas Emil Lehner, Marzia Liscia, Alberto Marcello, Paolo Melis, Elisabetta Pilia, Pierangelo Pisanu, Franca Pittau, Elena Podda, Tiziana Puddu, RiMercatino Serdiana, Maria Spissu Nilson, Angelo Zedda, Eleonora Zucca.
Un grazie speciale a Emilio Fadda e FREM Group
È il momento della preghiera, dell'attesa: Un tempo infinito, la seconda istallazione consiste in un gigantesco rosario che abbraccia tutti, scandisce le voci, muove verso un tempo sospeso, si allunga a dismisura per colmare l'attesa in un sospiro dell'umanità verso il cielo (Von Balthasar). Ma dove la coralità è più avvertibile nel suo essere di carne e di devozione, una serie infinita di ex-voto si concentra in ordine casuale a raccontare il bisogno di Rendere Grazie: siamo davanti alla colonna nera di Santa Restituta.
Sotto la scala, dalla parte opposta, un ambiente semi-nascosto conserva un piccolo idillio che incornicia uno squarcio sulla volta celeste. È il blu cielo, di cui mai si stancava van Gogh, attraversato da nuvole luminose e brezza lieve. Il cielo prima del terrore, il Cielo di ieri. Il Male è lontano nel futuro che immaginava un giovane innamorato a quei tempi, come la diciottenne Renata, quando scriveva al suo Salvatore (Fancello) descrivendogli un Eden dove finalmente amarsi in una eterna convivenza pacifica e panica tra natura e umanità. Lui lo dipingeva. Poi morì senza più rivederla; questa è la guerra.
La grande istallazione Nontiscordardime raccoglie e custodisce le anime dei novantasei (forse più) che morirono colpiti da una bomba alle porte della Cripta trasformata in rifugio. I colori dei viola e degli azzurri, come dei gialli accesi, sono prati fioriti di grandi pennellate trasparenti e vitree, lagrimatoi che accolgono invocazioni pietose, ma, soprattutto, conservano e custodiscono.
Monumento alle lacrime si presenta come fulcro del percorso: una tela colossale, di oltre sette metri, dalla forza pittorica straordinaria, un ponte tra terreno e spirituale, massima ispirazione dei due artisti che sembrano tenersi le mani in volo, come dentro un quadro di Chagall, mentre sotto ogni cosa scorre trascinata da quelle leggi di gravità su cui loro son riusciti a trionfare. Risulta davvero incredibile una tale sintesi poetica concessa da entrambi generosamente a un progetto comune. Sotto l'altare maggiore nel "sancta sanctorum" una pila di libri è Architettura, ossia dottrina della Chiesa, storia del culto, ma anche sapere umano costantemente minacciato dall'oblio; colonna d'acqua che si contrappone ai roghi dei totalitarismi contro la Cultura, unico scudo alle barbarie propagandate in ogni epoca. Lungo il corridoio blu, uno spazio di transito è dedicato alla Consolazione, istallazione ambientale e immersiva che ci conduce verso gli spazi più raccolti del luogo; una piccola rampa segna la vicinanza della strada, a pochi passi la città, le grida dei bambini felici; speranza e vita intagliano il piccolo cavallino che attende il momento del gioco. Nell'ultimo ambiente, infine, si consumano gli Abbracci, quando tutto è perduto ogni cosa è possibile, anche accendere stelle nella notte più buia.
Lunghi, lunghissimi abbracci attraversano il tempo per dire mai più.
(Efisio Carbone)
Per la realizzazione di Elegia si ringraziano:
Chicca Besson, Anna Maria Frelini, Susanna Frelini, Ille Gramsdorff, Luca Iiriti, Francesco Lai, Loredana Leone, Thomas Emil Lehner, Marzia Liscia, Alberto Marcello, Paolo Melis, Elisabetta Pilia, Pierangelo Pisanu, Franca Pittau, Elena Podda, Tiziana Puddu, RiMercatino Serdiana, Maria Spissu Nilson, Angelo Zedda, Eleonora Zucca.
Un grazie speciale a Emilio Fadda e FREM Group