'Tramonto Italiano' nell’antico cortile
(di Alessandra Menesini - L'Unione Sarda)
Installazione (fino al 18 maggio) del gruppo The Forest allo spazio in/visibile di Cagliari
Si avverte un sentore di sugo che cuoce pian piano, nel varcare la soglia dell’in/visibile di Cagliari. E si calpesta la ghiaia sparsa per il pavimento, in uno spazio trasformato in un cortile all’antica sul quale si affacciano finestre complete di davanzali, tendine e vetri scheggiati tenuti insieme dal nastro adesivo.
La penombra che avvolge il locale è rotta soltanto dagli sprazzi luminosi emessi dalle televisioni accese, in simultanea, dentro abitazioni vicinissime le une alle altre e tutte rigorosamente con le imposte serrate. L’audio, a volumi differenziati, miscela notiziari, interviste, comizi di politici, pubblicità, e, a più riprese, fa risuonare con chiarezza l’inno nazionale di Mameli.
“Tramonto Italiano”, una installazione site specific realizzata dal gruppo The Forest, si presenta con una locandina in bianco, rosso e verde e cita una frase di Leo Longanesi scritta nel 1957: “Qui non c’è nulla, né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata tra l’acqua santa e l’acqua minerale”.
"Tramonto Italiano", installazione (part.) |
Simone Dulcis, Lea Gramsdorff, Marilena Pitturru e Stefano Fanni hanno ricostruito nell’intero perimetro della galleria di via Barcellona 75 uno degli spiazzi che servivano un tempo da zona comune. Ci giocavano i ragazzini, nei cortili, e le donne si riunivano per pelare le patate in compagnia, e cucire, e chiacchierare con le vicine.
È singolare quanto questa simulazione di un’area che era insieme pubblica e privata riesca a toccare la sensibilità del visitatore. Le finestre sono state trovate nei cantieri di ristrutturazione del quartiere Marina o reperite da qualche rigattiere che le ha regalate agli artisti non sapendo probabilmente che farne, la grondaia pure.
Sui fili del bucato sono appesi panni sporchi che vengono continuamente inumiditi perché sgocciolino e per raccogliere le mollette c’è un bidoncino di detersivo segato a metà. Rappresentazione precisa e neorealista di un’epoca in cui non si aveva troppa paura di tenere le porte aperte e di mandare i bambini a giocare fuori dalle case.
"Tramonto Italiano", installazione (part.) |
“Testimonianze di un declino consolidato”, questo il sottotitolo della molto ben riuscita operazione collettiva, fa leva su diversi registri emotivi. La memoria, la nostalgia, la riflessione sui mutati modi di vivere. Non aggredisce, anzi la sua monocromia sui toni bruniti dà un senso di ordine. Ha una dimensione domestica in cui chiunque si può ritrovare ma gli stracci stesi al sole mediterraneo sono cinesi e il fanale che illumina le serate condominiali è un globo annerito. Elementi poco filologici e molto contemporanei utili a fugare l’idea di un’Arcadia perduta.
Gli autori dicono di aver concepito l’installazione, opera non commerciale, come un regalo alla città. Hanno raccattato povere cose (legni screpolati, scurini sbilenchi, giunture arrugginite) come fossero preziosissimi cimeli. Hanno montato, stuccato, martellato per dar forma a un progetto che ha il pregio della concretezza unita alla poesia.
La mostra è visitabile fino al 18 maggio, dal giovedì al sabato, dalle 19 alle 21.
source: L'Unione Sarda