Lea Gramsdorff showreel



     A new selection of Lea Gramsdorff's latest movies:

Il nostro concerto, by Francesco Piras

L'ospite, by Nunzio Caponio e Simeone Latini

Einstein, by Liliana Cavani

Happy Days Motel, by Francesca Staasch

Enfasi mistica di un amore oscuro, by Gianluca Morini

Vent'anni, by Giovanna Gagliardo


 



A selection of Lea Gramsdorff's finest works from 1998 to 2005 in movies and tv shows.


Clips from:

Mathilde, by Nina Mimica

Per Non Dimenticarti, by Mariantonia Avati

Distretto di Polizia, by Renato De Maria

Diario di Matilde Manzoni, by Lino Capolicchio

L'Avvocato Porta, by Franco Giraldi

La Cena, by Ettore Scola

Big screen, small screen

Lea Gramsdorff con Stefania Sandrelli e Vittorio Gassman



















Lea Gramsdorff portfolio


s t a t e m e n t

La figura collocata in uno spazio pittorico è teatro, allo stesso modo in cui il teatro è anche pittura. È quella relazione tra uno o più soggetti e lo spazio a creare un mondo, a definirne le regole e a tratteggiare il racconto.

Il quotidiano, le abitudini, gli oggetti che rappresentano i rituali di “addomesticamento” del proprio Io costituiscono il codice espressivo al quale attingo. Come se fossero una lente focale sull’essere umano, nella convinzione che il “banale” sia anche allegoria e portatore di una propria poetica. Ed è sempre la figura, per quanto piccola, a definire e modificare l’ambiente che la circonda; a volte è la figura umana, altre volte un oggetto che la rappresenta. Sedie, tavoli, lampade, credenze, comodini e stoviglie creano così un mio piccolo alfabeto personale utile a trasferire significati, metonimia in cui il concreto sta per l’astratto: un piatto di minestra può diventare il luogo della Creazione, una sedia rappresentare un ipotetico Io, un abat-jour definire il buio, una valigia figurare una scelta, una foglia tenere il tempo con il fiato sospeso. Spesso è un cortocircuito con la parola a innescare l’ossessione per una nuova ricerca. Antico Testamento, poesia, testi scientifici o filosofici, opere teatrali, lettere, singole parole ... riverberano nel lavoro sotto forma di per me urgenti domande: Cosa spinge l’uomo attraverso le prove dell’esistenza? Cosa rallenta il suo cammino? È la continua oscillazione tra ordinario e straordinario a renderci così squisitamente umani? E di quanto potere investiamo gli oggetti perché affermino la nostra presenza e testimonino il nostro passaggio?

La carta con il tempo è diventata il supporto più congeniale alla mia ricerca; la carta nautica in particolare accompagna il mio lavoro da anni. Essa segna rotte, profondità, racconta della necessità di orientarsi, di seguire segni e appunti per trovare una direzione o un porto al quale approdare. Con il progetto “Lebenslaub” ho iniziato ad attingere alla carta del mio archivio personale (documenti, fotografie, lettere, appunti, pagine di libri, ritagli di opere non finite), un materiale emblematico perché tutto ciò che conserviamo per l’arco di una vita rappresenta il tentativo di definire la nostra identità, l’ingombrante sforzo di custodire il passato e forse l’illusione di fermare il tempo. “Lebenslaub”, che prende spunto dalla poesia Soldati di Ungaretti, è dunque una sorta di autobiografia tridimensionale in continuum. Nuovi “documenti” vengono trasformati in nuove foglie e integrati nell’opera, creando così un movimento anche lungo la linea temporale. Ché nulla ci rende più fragili del tempo.

 

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il portfolio 2021 di Lea Gramsdorff:






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il portfolio del duo Lea Gramsdorff / Simone Dulcis:



Lea Gramsdorff al festival letterario Dialoghi di Carta

 

 


Arriva alla sua VI edizione Dialoghi di Carta, festival letterario di invito alla lettura ideato da La Fabbrica Illuminata con la direzione artistica di Elena Pau. Il programma di quest'anno è incentrato sul significato del concetto di umanità, declinato attraverso un dualismo filosofico che ha suggestionato e stimolato alla riflessione gli intellettuali di ogni epoca, quello tra le categorie di “sacro” e “profano”. Da qui il titolo scelto per il festival, “Tra il sacro e il profano: l’uomo”.

Dal 13 al 15 settembre, nel Fuaié del Teatro Massimo e negli spazi dei Giardini Pubblici di Cagliari, la manifestazione proporrà un programma ricco di incontri, con protagonisti tra gli altri Giulia Martini, Vito di Battista, Mauro Liggi, Piera Levi-Montalcini, Francesco Napoli, Anna Cherubini, Alessandra Racca, Giuseppina Norcia, Alberto Grandi.

In particolare, sabato 14 settembre alle 18:00, Lea Gramsdorff leggerà alcune delle opere raccolte in "Poeti italiani nati negli anni ’60", antologia poetica curata dal critico letterario Francesco Napoli per le edizioni Interno Poesia.

I poeti italiani nati negli anni Sessanta costituiscono un patrimonio letterario ancora tutto da scoprire; si tratta di una generazione che ha saputo accompagnare la poesia italiana dall’epocale cambiamento all’indomani della fine della Neoavanguardia a una modalità di assoluto valore espressivo ben riconosciuto, destreggiandosi tra l’arrembaggio della Rete e un panorama culturale alquanto sfilacciato. Curato da Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale per le maggiori case editrici italiane, “Poeti italiani nati negli anni ’60” racconta il percorso dei poeti di maggior spicco giunti a massima consapevolezza del loro fare agli inizi degli anni Novanta, fornendo una mappatura geografico-culturale che tiene conto di un variegato contesto storico-letterario e delle tante voci esistenti. Destinata non solo agli specialisti ma anche a studenti e appassionati, questo saggio attraversa criticamente molte figure ormai di rilievo per produzione e attività legate alla diffusione e alla conoscenza della poesia stessa.

Lea Gramsdorff tornerà poi domenica 15 settembre, sempre alle 18:00, con le letture dalla nuova opera di Alessandra Racca, "Di pancia (e altri organi vitali)". 

Il viaggio intimo e universale della nascita, della maternità, è affrontato in questa nuova opera di Alessandra Racca con delicatezza e ironia, andando a sondare tutti i dubbi e le domande, le gioie e le paure, la forza e le fragilità, che un evento di questo tipo porta con sé. L’autrice, con il suo sguardo acceso sui dettagli del quotidiano, intraprende il dialogo interiore tra un prima e un dopo, con sé stessa e con un figlio immaginato, e poi con il figlio vero e proprio nei suoi primi mesi e anni di vita. Di pancia (e altri organi vitali) è un’investigazione sul senso di essere madre (o di non esserlo), una raccolta sull’attesa, i cambiamenti, il sentirsi inadatti, l’amore, il pensarsi e riconoscersi famiglia nel nostro tempo. È un’opera che riesce ad andare in profondità dentro queste tematiche complesse con leggerezza, ma è anche un libro sul corpo che cambia, che genera, che ci parla, un canto per la vita, nella vita.