(L'Unione Sarda, 28 giugno 2020)
Sono Simone Dulcis, Lea Gramsdorff e Francesca Randi i primi tre coinquilini ospitati nel Centro Culturale Comunale fino al 26 luglio. Per loro, vaste pedane coperte dalla plastica, tavoli sui quali armeggiare e prendere il caffè, bianchi pannelli da riempire di segni e tutti gli arnesi del mestiere. Nonché, per ognuno, l'allestimento di un buon numero di opere scelte che raccontino, a chi li conosce e anche a chi non li conosce, il loro fare e pensare. A Simone Dulcis, abituato all'uso di solventi e di altri elementi tossici, è concesso di agire all'aperto e l’aperto in questo caso è una magnifica terrazza sul mare. Quanto alla sua produzione, più e meno recente, è allogata, con un piacevole disordine, nei locali adiacenti. Lea Gramsdorff e Francesca Randi si dividono l'immenso salone del piano medio del Ghetto ma non si sentono strette in questo spazio luminoso dall'altissimo soffitto.
La pittrice (e attrice) e la fotografa, a stretto contatto visivo. Lea Gramsdorff ha radunato le sue carte geografiche e le sue foglie della memoria, certe piccolissime cornici, certi quadri di delicata stesura. È pronta a usare i materiali davanti ai visitatori e a parlare, rispondere, spiegare tecniche