"La coppia borghese in crisi d'identità e l'ironia di Pinter"
La bravura degli interpreti esalta la lucidità del testo del Nobel
M.Pez.
(L'Arena - 21 novembre2018)
La lucidità nel delineare i rapporti umani nello scomodo realismo che il commediografo inglese Harold Pinter infonde alle sue opere, svela sempre l'elemento portante della sua poetica, ovvero la figura dell'intruso che sconvolge l'equilibrio di una situazione umana e ambientale.
Lo abbiamo apprezzato al Teatro Laboratorio, dove la compagnia Akròama - Teatro Stabile di Cagliari ha portato "L'amante", uno dei lavori minori del prolifico autore scomparso nel 2009 e premio Nobel per la letteratura nel 2005. Applaudito dal folto pubblico nelle tre serate di recita, la spiazzante commedia ha brillato in tutta la sua veridicità grazie alla bravura degli interpreti Simeone Latini e Lea Karen Gramsdorff che si sono calati nel ruolo della coppia borghese, ibernata nella routine, con naturalezza e carismatico charme, rendendo il loro rapporto "dignitosamente" in crisi molto veritiero, combaciante con la condizione di incomunicabilità e crisi di identità di molte coppie «aperte» d'oggi che si confessano le scappatelle e per movimentare il loro ménage ricorrono ai giochi erotici. Emerge incisiva e chiara l'interiorità dei tre personaggi in scena, la moglie, il marito e l'amante (incarnato dallo stesso Latini in doppio ruolo), ma si potrebbe dire che le figure sono quattro perché anche la donna è duplice, santa e meretrice, incapace di vivere se stessa appieno, anima e corpo, col marito che a sua volta accetta il gioco erotico fingendo di essere lui l'amante.