“Lo scambio” di Senio Dattena con Lea Gramsdorff


Un evento speciale inaugura la stagione di prosa al Cine/Teatro Montiggia a Palau: lunedì 25 novembre alle 21, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la compagnia TB/Teatro Barbaro metterà in scena “Lo scambio”, intenso monologo al femminile scritto e diretto da Senio G.B. Dattena e interpretato da Lea Karen Gramsdorff.
Uno struggente viaggio a ritroso nella memoria, dentro una solitudine popolata dai fantasmi di un passato rimosso ma non dimenticato, per riscoprire nell’infanzia i semi della violenza e dell’abuso: una donna attraversa i territori della follia e del dolore per ritrovare infine se stessa, riconquistando la propria dignità di essere umano e la sua libertà, prima di ricominciare a vivere. Le ferite sull’anima e sul corpo non si cancellano ma diventano strumento di catarsi per superare ingiustificati sensi di colpa verso una madre troppo debole per difendere la sua bambina dalle attenzioni “eccessive” di un padre orco e troppo fragile per sostenere il peso della verità.

Un racconto emblematico e crudo, costruito come un dialogo con misteriosi interlocutori, visitatori invisibili che appartengono al passato ma appaiono alla protagonista come vivi e presenti, solleva il velo su quell’infanzia e quell’adolescenza negate, mettendo l’accento sulla straordinaria normalità di una violenza perpetrata tra le mura domestiche. L’età dell’innocenza si trasforma nell’incubo di un amore molesto – nel silenzio assordante degli adulti e di una società ignara o indifferente: un caso estremo e terribile, che unisce la bambina di allora e la donna di oggi alla schiera delle vittime di abusi e violenza di genere. Per salvarsi – e forse salvare il proprio aguzzino – la protagonista sceglie l’oblio. Ma dimenticare – o cercare di dimenticare – non basta e il suo io prigioniero e ferito riemerge a tratti attraverso i segni di un disagio mentale, l’istinto di difesa la porta a a isolarsi e nascondersi fra sensi di colpa, e a trascorrere la sua esistenza in un tempo sospeso e irreale, finché un incontro fa riemergere i ricordi.
Una storia inventata ma uguale – seppur diversa – a tante altre storie di donne e bambine umiliate e offese, percosse e stuprate, e uccise: la spirale della violenza ha radici culturali profonde, in un meccanismo del dominio e dell’esercizio della forza che mostra il suo volto efferato ad ogni latitudine. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne l’amministrazione comunale di Palau, insieme al CeDAC si propone di dare un segno forte, attraverso la potenza espressiva del teatro, per contrastare gli abusi e mettere fine al ciclo della violenza.
L’amore non uccide. La serie infinita delle vittime è una catena di sangue e lacrime che deve essere spezzata. “Lo scambio” dà voce a una di loro, una tra tante, in un grido di dolore che è l’inizio di un percorso di guarigione e ritrovata dignità e libertà (dal passato, da un’ingiusta vergogna, dalla paura).


CeDAC
XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo
Questa è la nostra Stagione

Stagione di Prosa 2013-2014
Palau / Cine Teatro Montiggia – lunedì 25 novembre – ore 21
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

TB Teatro Barbaro/ Associazione culturale
Lo scambio
di Senio G.B. Dattena
con Lea Karen Gramsdorff
scena Rosa Pinna
costumi Daniela Guiso
drammaturgia e regia Senio G.B. Dattena
 

Note di regia
Doloroso racconto di una donna che dopo anni di rimozioni, si ritrova inaspettatamente a fare i conti con il pesante fardello della sua infanzia. Quasi folle, vive una vita di emarginazione e di solitudine. Grazie a misteriose presenze, l’infanzia e la prima adolescenza dolorosamente rimosse, riemergono con crudele semplicità. Tornano così alla memoria enormi buchi neri.
Esiliata dal contesto sociale, perseguitata da un passato angoscioso e da esso eternamente in fuga, un giorno, in quella che fu la sua stazione, importante snodo della sua esistenza, incontra misteriosi individui. Incontri che si ripeteranno sera dopo sera fino a quando, senza volerlo, ricorda... e racconta.
Con la lievità della bambina prima e con la rabbia dell’adolescente poi, la donna rivive i momenti drammatici e tragici che l’hanno profondamente segnata. Con ingenuità ci racconta dei suoi pochi anni e delle carezze dell’amato padre e dei baci e di quello che a lei sembrava amore ma che invece era qualcosa che andava chiamato con altri nomi.
La madre, apparentemente fredda e dispotica, assiste impotente a questa relazione fino a quando non arriverà a compiere un gesto irreparabile. Un gesto del quale la ragazzina si sentirà responsabile per tutta la vita.
I misteriosi interlocutori che non vediamo e che non sentiamo, sembrano avere il potere di stimolarne i ricordi.
Come in una seduta di psicanalisi la donna rivive i propri ricordi, le proprie angosce andando fino in fondo. Fin dove non sarebbe mai voluta arrivare. Fino a ricordare tutto, attimo per attimo. Una discesa agl’inferi che sarà però anche una risalita verso la vita o, quantomeno, verso una possibilità di vita.
Il racconto avanza implacabile e si fa grado a grado sempre più nero. Ogni volta che ci illudiamo di aver toccato il fondo, accade sempre qualcosa che alza la posta e che rende la storia sempre più sorprendentemente fosca e intricata. Una storia di violenza familiare ma, soprattutto, una storia di vita interrotta che tenta faticosamente di rimettersi in cammino.
In scena un’attrice sola e i suoi fiori. Fiori che Ella stessa crea e ai quali da un nome. Potrebbe fare la fioraia se solo li vendesse. Ma quei fiori non sono cose, sono ricordi, lacrime, croci.
E il vento. Sempre minaccioso... come quel giorno.
Poi un treno che non arriva, una stazione che non c’è più e la notte blu.
In cielo splende la luna.