«Ogni forma d’arte ha un bilanciamento diverso rispetto al fattore tecnico: la musica richiede una quantità di tecnica spropositata rispetto alla recitazione. Il mestiere dell’attore invece a un certo punto rende indispensabile il fatto che la tecnica sparisca completamente. Non c’è niente di peggio di vedere un attore che fa sfoggio di tecnica. Per arrivare a un certo grado di credibilità e naturalezza serve un grande lavoro di concetto, analisi e studio del personaggio. Si dice che l’attore è “sia il musicista che lo strumento”: quello che è importante imparare è far lavorare bene queste due entità e diventa fondamentale trovare la propria tecnica. E inventare la propria calligrafia, la propria grammatica, la propria sintassi. Una volta che trovi quello, il problema della tecnica non c’è più…»
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