Dal Barocco all’Arte Contemporanea: la Metamorfosi degli Angeli.
Dal 7 al 21 settembre 2012 si terrà la mostra-evento dedicata alle opere pittoriche barocche della scuola Peruviana di Cuzco, rivissute da artisti contemporanei. L'osservazione dell'arte Barocca sudamericana, con le peculiarità delle sue madonne e i suoi angeli, oltre a considerazioni religiose e storico-estetiche, ispira assonanze e parallelismi con la storia sociale e culturale della Sardegna, anch'essa per circa quattro secoli influenzata, non solo politicamente, dalla Spagna.
Da ciò la curiosità di proporre in un unico progetto due scuole d'arte che, pur espressione di momenti storici ed evoluzioni artistiche differenti, molto hanno da colloquiare in termini di contenuti. Per ottenere ciò si è proposto ad artisti dell'arte contemporanea di confrontarsi col barocco andino intervenendo su e con esso secondo la propria visione.
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"Il mistero della fede si trova nel cassetto in basso a destra" |
Da Cuzco, “l’ombelico del mondo”, il figlio del sole regnava sul suo immenso impero:
«Nessun uccello vola – diceva – nessuna foglia cade, se non per mia volontà…»
È difficile credere che un impero come quello Inca, seppur giovane e contrastato, sia potuto scomparire totalmente, dissolto da una manciata di conquistadores e da una cultura estranea e prevaricante.
L’arte manierista prima e il Barocco poi, importati dall’Europa, contribuirono fortemente alla evangelizzazione cristiana di quei popoli, che procedeva di pari passo con quella politica, attraverso immagini di arte sacra utilizzate simbologicamente dai missionari a causa dell’evidente difficoltà nel comunicare i principi del cristianesimo a degli indios analfabeti. Quegli stessi missionari che, pur opponendosi strenuamente ai culti magico-animisti locali con mezzi spesso drastici, compresero che la transizione dovesse essere graduale e fecero ampiamente ricorso all’uso del sincretismo tra i simboli delle diverse religioni e culture, avvalendosi delle opere d’arte europee per diffondere le nuove immagini sacre, che agli occhi delle popolazioni locali rappresentavano però ancora le antiche divinità.
Il confronto e il contrapporsi di Viracocha (il Creatore) e la Pachamama (Madre terra), a Cristo e Maria, il Sole e la Luna, i Santi, gli Angeli, la Folgore e il Tuono, determinarono il consolidarsi di una simbologia ambivalente nelle opere d’arte del mondo andino che, mantenendosi intatta nelle diverse scuole dal XVI secolo ai giorni nostri, gli consente di esprimere la sua “contemporaneità” oggi come allora.
L’incontro con l’arte barocca sudamericana, scarsamente conosciuta in Europa, oltre a considerazioni religiose e storico-estetiche richiama parallelismi e assonanze con la storia sociale e culturale della nostra regione, la Sardegna, come quei paesi per circa quattro secoli influenzata, non solo politicamente, dalla Spagna.
Da ciò il desiderio di proporre in un unico progetto l’incontro tra il Barocco andino e artisti dell’arte contemporanea sarda, due scuole che, pur espressione di momenti storici ed evoluzioni artistico-sociali differenti, molto hanno da colloquiare in termini di contenuti.
E la curiosità di leggere nel prodotto artistico di ognuno di essi ciò che, empaticamente, angeli e madonne hanno loro suscitato.
L’arte manierista prima e il Barocco poi, importati dall’Europa, contribuirono fortemente alla evangelizzazione cristiana di quei popoli, che procedeva di pari passo con quella politica, attraverso immagini di arte sacra utilizzate simbologicamente dai missionari a causa dell’evidente difficoltà nel comunicare i principi del cristianesimo a degli indios analfabeti. Quegli stessi missionari che, pur opponendosi strenuamente ai culti magico-animisti locali con mezzi spesso drastici, compresero che la transizione dovesse essere graduale e fecero ampiamente ricorso all’uso del sincretismo tra i simboli delle diverse religioni e culture, avvalendosi delle opere d’arte europee per diffondere le nuove immagini sacre, che agli occhi delle popolazioni locali rappresentavano però ancora le antiche divinità.
Il confronto e il contrapporsi di Viracocha (il Creatore) e la Pachamama (Madre terra), a Cristo e Maria, il Sole e la Luna, i Santi, gli Angeli, la Folgore e il Tuono, determinarono il consolidarsi di una simbologia ambivalente nelle opere d’arte del mondo andino che, mantenendosi intatta nelle diverse scuole dal XVI secolo ai giorni nostri, gli consente di esprimere la sua “contemporaneità” oggi come allora.
L’incontro con l’arte barocca sudamericana, scarsamente conosciuta in Europa, oltre a considerazioni religiose e storico-estetiche richiama parallelismi e assonanze con la storia sociale e culturale della nostra regione, la Sardegna, come quei paesi per circa quattro secoli influenzata, non solo politicamente, dalla Spagna.
Da ciò il desiderio di proporre in un unico progetto l’incontro tra il Barocco andino e artisti dell’arte contemporanea sarda, due scuole che, pur espressione di momenti storici ed evoluzioni artistico-sociali differenti, molto hanno da colloquiare in termini di contenuti.
E la curiosità di leggere nel prodotto artistico di ognuno di essi ciò che, empaticamente, angeli e madonne hanno loro suscitato.
(Antonio Cocco)
Come spesso accade le molte anime di un popolo, pur nella prevaricazione dei vincitori riescono variamente a sopravvivere celandosi tra le pieghe di una storia che vorrebbe negarli come mai esistiti.
«Nessuno ha il diritto di cambiare nulla senza il mio consenso...»
(Intip Churin – il figlio del Sole)
Piano Nobile di Palazzo Regio - Piazza Palazzo, Cagliari
dal 7 al 21 settembre 2012
dal lunedì al venerdì 8/20 (sabato e domenica 9/18)
Vernissage 7 settembre 2012 ore 18
Curatore:
Antonio Cocco
Artisti in mostra:
Roberta Baioni, Sonia Carlini, Giomarco Cannella, Marco Ceraglia, Giovanna Diana, Simone Dulcis, Stefano Fanni, Valentina Garau, Lea Gramsdorff, Rosa Pinna, Marilena Pitturru, Lorenzo Vacca e gli anonimi della scuola di Cuzco