"Barbi nella bidonville"

La bambola 'Barbi' nella bidonville

di Grazia Pili
(L'Unione Sarda, 09/09/2006)



Per tenere a bada i suoi ascoltatori, si è armato di megafono e tamburo. Per attirare la loro attenzione ha scelto di raccontare la fiaba La farfalla coraggiosa. Carlo Birocchi il festival 'Baby Cappuccino' l'ha studiato a misura di bambini e con loro si è messo in gioco, ha saltato e girato in lungo e largo per piazza San Sepolcro, teatro all'aperto scelto per la maggiore parte degli spettacoli della manifestazione che andrà avanti fino a domenica mattina. E bene ha fatto se qualche oratore meno fortunato ha dovuto patteggiare con quella parte di pubblico impietoso che a metà scena ha deciso di andare a giocare da un'altra parte. Il pubblico bisogna conoscerlo, se
poi non ha ancora compiuto 12 anni bisogna in qualche modo conquistarlo. Con storie buone e soprattutto con i modi di fare giusti. Le storie di Barbie, ad esempio, difficilmente tengono lontani i maschietti da altre distrazioni. A meno che la statuaria bambolina non faccia il suo ingresso in carne e ossa. Un metro e ottanta circa di altezza, tacchi compresi, una lunga chioma bionda, labbra scarlatte e quella parlata azzeccata e tanto vicina a una collega più attuale, a una Paris Hilton che vita e capricci da giovane miliardaria li conosce davvero.  
Lea Gramsdorff, pittrice e attrice, giovedì è stata una splendida Barbi per una sera. Barbi senza la e finale, che ha una sorella che si chiama Skiffer e che è uscita dritta dritta dalle pagine del libro di Chiara Rapaccini. A Povera Barbi infatti si sono ispirati i bambini del Chourmo. Il resto era nella parole di Chiara Rapaccini, Rap per i ragazzi, che ha dedicato un libro all'amata e odiata eroina della Mattel, perchè «chi non ha mai desiderato torturarla? Bruciarle i capelli? Chi dice no mente, io per imbruttirla le ho dovuto segare le lunghe gambe», confida l'autrice. Abito rosa confetto e ciglia fatte apposta per sbatterle qua e là, Lea-Barbi si deve adattare e conoscere la povertà dopo l'abbandono di Ken.
Niente è stato più semplice per gli organizzatori che allestire la scenografia: tavoli e sedie laccate di rosa prese in prestito da un altro spettacolo e sistemate sotto le scale di piazza San Sepolcro. Poi dopo il tracollo finanziario della mitica star delle bimbe di tutto il mondo: la protagonista vive in una bidonville e le macerie protette dalla reti che gli operai hanno sistemato per chiudere la piazza sono lo scenario ideale. Ma niente paura, basteranno le attenzioni di alcuni personaggi strappati alle soap opera a salvare Barbi da un tragico destino.


source: L'Unione Sarda